Il nostro omaggio all'eroe di torinese.
Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706 – sul finire dell'assedio di Torino da parte dell'esercito francese – una squadra di granatieri nemici entrò nella galleria sotterranea "capitale alta" della Mezzaluna del Soccorso della Cittadella, dopo aver sopraffatto le sentinelle che la presidiavano. L'intento dei granatieri francesi era quello di raggiungere la galleria "capitale bassa" per danneggiarla e per tentare di minare la Mezzaluna del Soccorso, un'importante fortificazione della Cittadella che nei giorni precedenti non era stato possibile occupare. Intercettata la porta delle scale che avrebbe permesso la discesa, la trovarono sbarrata e iniziarono a sfondarla. Pietro Micca – conosciuto col soprannome di Passapertut – era di guardia alla scala insieme ad un commilitone.
La cronaca di Giuseppe Maria Solaro della Margherita narra che i due soldati sentirono dei colpi di arma da fuoco e capirono che non avrebbero resistito a lungo: decisero così di far scoppiare una carica di polvere nera precedentemente collocata in una nicchia nella parete della scala, allo scopo di provocarne il crollo e non consentire il passaggio ai nemici.
All'esplosivo era applicato un tratto di miccia a rapida combustione ma, per dare il tempo a Pietro Micca e al suo commilitone di porsi in salvo, era necessario collegare a questa una miccia a lenta combustione. Ciò era compito dell'altro soldato che però, per l'umidità del luogo e l'emozione del momento, non riuscì nell'intento. A questo punto Pietro Micca, anziché fuggire, allontanò il compagno dicendogli, come riporta il Solaro della Margarita: "Togliti di lì, tu sei più lungo di un giorno senza pane! Lascia fare a me, salvati" (in piemontese: «Gavte da lì, tì 't'ses pì longh ëd na giornà sènsa pan! Lassa fé a mì, pènsa a salvéte!»).
Detto questo diede fuoco a un tratto di miccia molto corto: se fosse stato più lungo, i francesi, ormai sul punto di sfondare la porta, lo avrebbero strappato evitando l'esplosione. Cercò comunque di mettersi in salvo correndo lungo la scala che portava al cunicolo sottostante. Aveva appena raggiunto la galleria del livello basso, quando avvenne l'esplosione. Questa demolì in parte la volta della scala, che si riempì di terra e di detriti. Tutti i granatieri francesi morirono e Pietro Micca fu repentinamente sbalzato a quaranta passi dalla scala, morendo per le gravi lesioni interne e per i gas venefici prodotti dall'esplosione.
I resti furono tumulati in una fossa comune.
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